In linea con la sua lunga tradizione di studi sui partiti italiani l’Istituto Cattaneo ha svolto una ampia indagine campionaria sui partecipanti alla «Leopolda 10», che può essere considerata l’evento fondativo di Italia Viva. I dati raccolti consentiranno analisi molto più approfondite. Questo primo sintetico rapporto si focalizza soprattutto sul «posizionamento» del nuovo partito all’interno del sistema politico. Il leader-fondatore, Matteo Renzi, nel suo intervento conclusivo del 20 ottobre ha usato espressioni che indicano in maniera abbastanza chiara la collocazione e le ambizioni di Italia Viva. Lo ha definito un partito «liberale, democratico e riformista», accentuando la dimensione riformista nei passaggi più chiaramente rivolti al pubblico degli attuali sostenitori del centrosinistra, ed espungendo quel termine nei passaggi esplicitamente rivolti agli attuali sostenitori del centrodestra, in particolare di Forza Italia. Ha evocato come modello di riferimento il partito e la strategia seguita da Emmanuel Macron, il quale – come è noto – assistito da peculiari con- dizioni politiche ed istituzionali, è riuscito ad attrarre consensi sia dal campo socialista (quasi svuotandolo dell’elettorato riformista) sia da quello repubblicano (nelle sue componenti liberal-democratiche) riuscendo così ad affermarsi come attore dominante della politica francese.